Vogliamo una città meticcia e solidale, respingiamo chiunque semini guerre tra i poveri.
** SABATO 27 OTTOBRE CORTEO
@PIAZZA SELINUNTE ORE 15.30!
Sgomberare le poltrone e i palazzi del potere. Riprendiamoci case, diritti e spazi sociali!
** video shock di lunedi mattina in via preneste: http://youtu.be/cgWzA4-1E7U
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Viviamo in una città meticcia da oramai moltissimi anni, una città i cui cittadini e abitanti sono nati nei cinque continenti ed arrivati qua spesso in cerca di benessere, ovvero cercando di costruire una vita migliore in cui ci fosse spazio per la ricerca della felicità e di una esistenza degna per sè e migliore per i propri figli. E' iniziato molti decenni fa questo lento ed inesorabile migrare e forse questo, più di ogni altra cosa, ha fatto di Milano una grande città in cui, se si parla poco dialetto, è perché nelle sue case ospita decine di dialetti e centinaia di lingue. Di generazioni di "terroni" ne abbiamo viste molte, prima siciliani, calabresi, campani ed oggi senegalesi, peruviani, filippini. Lungo la linea del colore della pelle, o dell'intonazione del dialetto spesso, molto spesso, si sono sedimentate le differenze sociali, le sproporzioni nella distribuzione del reddito, le disparità materiali, che rafforzano e sostanziano quelle determinate dalla legge e dal pregiudizio. Oggi in molti quartieri popolari la composizione della popolazione milanese assomiglia davvero a quella delle grandi capitali multiculturali europee. Là, in quei luoghi ci si trova inevitabilmente di fronte a due alternative: quella di chi propone in varie versioni la guerra tra poveri e quella di chi rafforza i legami di solidarietà tra i più deboli, consapevole che la forza della cooperazione tra le persone nei territori è l'unica capace di respingere al mittente eventuali fantasmi come quelli che si stanno materializzando in Grecia con Alba Dorata, ma anche migliorare le condizioni di vita delle persone. Cercare di seminare l'odio contro gli stranieri perché clandestini, contro chi spinto dalla disperazione ha occupato una casa abbandonata da anni perché delinquente, contro chi vive grazie agli scarsi sussidi del Welfare pubblico perché parassita, sono infine, al di là delle intenzioni diverse facce del medesimo pericoloso discorso che vuole le regole sociali immutabili e i più deboli (siano essi poveri, migranti o, come spesso accade, poveri emigranti) responsabili della loro condizione. Una idea da respingere con la solidarietà e la diffusione di iniziative contro il razzismo e per la conquista dei diritti.
Per questo Sabato saremo a San Siro, nel cuore di uno dei quartieri più meticci della città per dire che siamo senza se e senza ma con i suoi abitanti, violentemente aggrediti dalla polizia lunedì, durante il tentativo di fermare l'ennesimo sfratto di una famiglia indigente.
Comitato per non dimenticare Abba e per fermare il Razzismo.