venerdì 3 ottobre 2014

18 OTTOBRE ORE 15 LARGO CAIROLI. CORTEO-PARADE CHI AMA LA LIBERTA' ODIA LA LEGA

­CHI AMA LA LIBERTA’ ODIA LA LEGA.
Il 18 ottobre la lega nord farà a Milano un corteo razzista e xenofobo, che avrà come slogan "stop invasione".
Hanno scelto come loro fortino Milano e la Lombardia, comodamente seduti sulla poltrona della presidenza della regione, finanziando scuole e sanità private invece di quelle pubbliche, spartendosi, assieme a tutti gli altri, la torta di Expo, svendendo case ed edifici pubblici a palazzinari e speculatori mentre le liste per l'assegnazione di case popolari si allungano sempre di più, e intanto il suo segretario sceglie di andare a braccetto con partiti e organizzazioni neofascite e neonaziste sia in Italia che in Europa.
Dicono di essere contro la crisi, ma continuano ad alimentare le speculazioni e la guerra tra poveri: ci dicono che dobbiamo odiare e dare la colpa di tutto al diverso, al migrante, all'omosessuale...per nascondere i loro sporchi affari.
Negli ultimi tempi, più volte, abbiamo visto scandali che hanno coinvolto personaggi legati istituzionalmente a enti guidati dalla Lega: basti pensare ad expo, arrestati e indagini per corruzione e turbativa d'asta; o a come vengono gestiti enti pubblici come Aler, che oltre a non risolvere i bisogni abitativi è riuscita a fare un buco di bilancio di 400 milioni di euro.
Odiano il migrante ma vanno a fare investimenti finanziari in Tanzania.
Il loro obiettivo ci deve essere chiaro: alimentare la guerra tra poveri per spartirsi il bottino tra appalti e finanziamenti pubblici.
Milano ama i diritti, Milano è meticcia, ibrida, soggetta a contaminazioni continue: studenti e precari, lavoratori occasionali/stagionali, migranti campani, pugliesi, siciliani, eritrei, marocchini, peruviani...siamo noi a produrre ed a garantire la sua economia, a costruire la sua cultura con il nostro ingegno, la nostra creatività, condividendo i nostri saperi, a rendere i suoi quartieri vivi, attraversati, ad animarli di relazioni.
Facciamo appello a tutte le comunità e i migranti, quelli che ormai da anni sono protagoniste attive, dalle rivolte nei CIE, alla lotta per la casa e nei quartieri, alla battaglia contro le cooperative sfruttatrici e della logistica; le scuole di italiano e di lingue, il mondo del sindacalismo di base e dell’associazionismo, i centri sociali e i collettivi studenteschi, i comitati per il diritto all’abitare e quelli in difesa dei beni comuni, i precari e tutta la Milano che ama la libertà. Abbiamo imparato insieme a costruire reti solidali, a parlare le mille lingue della città meticcia, a riconoscerne i volti, a riprenderci insieme, dal basso, ciò che in nome della paura e della (loro) sicurezza ci tolgono ogni giorno.
All'invasione delle camicie verdi e dei loro vecchi e nuovi amici dell'estrema destra di mezza Europa, diciamo chiaramente che gli unici ad essere stranieri qui, sono loro.
CORTEO PARADE Sabato 18 Ottobre alle ore 15 in Largo Cairoli.
Milano Meticcia, Antirazzista e Antifascista

giovedì 21 agosto 2014

2008 - 2014 Abba Vive con Mike Brown! Chiudere Corelli, aprire le frontiere.


14 settembre 2008 in via Zuretti a Milano viene ucciso a bastonate Abba, un cittadino italiano ma con la pelle nera.
A sei anni di distanza Milano ricorda Abba, un ragazzo come tanti, a cui piaceva l'hip hop, originario del Burkina ma vissuto a Milano tutta la vita.
Oggi Milano è più meticcia che mai, ma le politiche migratorie nel nostro paese si sono indurite, fomentando razzismo e fascismo.
I governi neoliberisti che hanno distrutto welfare e cancellato diritti nei nostri paesi, sono gli stessi artefici delle condizioni di miseria e delle guerre che provocano le migrazioni.
I fondi che l'UE stanzia per l'accoglienza di migranti e rifugiati finiscono nelle tasche di cooperative che da anni non fanno altro che produrre risultati disastrosi nella gestione della  cosiddetta EMERGENZA sbarchi e profughi.
Dai Cie ai Cara, veri lager di stato, agli sbarchi, ai naufragi che hanno causato la morte di oltre 20 mila persone negli ultimi 20 anni, ai respingimenti, la politica non ha saputo dare risposte ma solo scrivere le pagine più vergognose della Storia della nostra penisola.Dalla Siria, dalla Palestina continuano ad arrivare migliaia di profughi, uomini, donne e bambini in fuga dalla guerra. Dal Maghreb, dal sudamerica, dal Bangladesh, dallo Sri lanka arrivano uomini, donne e bambini in cerca di un futuro, di migliori condizioni di vita, di un lavoro, di una casa, di un posto diverso del mondo dove vivere. 


DAL 6  AL 14 SETTEMBRE STAY TUNED... Milano ricorda Abba perchiudere Corelli e aprire le frontiere!
*6 SETTEMBRE _ARCO DELLA PACE Abba Cup torneo di calcio antirazzista e Concerto 
* 13 SETTEMBRE _ TEATRO STREHLER In collaborazione con Milano Film Festival presentazione e proiezione del film IO STO CON LA SPOSA , vincitore del Premio Abba 2014
*14 SETTEMBRE _ VIA ZURETTI presidio STAY TUNED

>> Leggi l'appello alle mobilitazioni
Sei anni fa Abba veniva ammazzato in via Zuretti perché nero, ucciso dal razzismo e dalla guerra tra pover fomentata dai governi bipartisan, dalla paura del divers@.
A pochi giorni dall'anniversario di quella morte, sentiamo di Michael Brown, 18 anni, ammazzato a sangue freddo dalla polizia a Ferguson, USA. Ancora il razzismo che uccide, un razzismo istituzionalizzato e diffuso, che costruisce la figura dei giovani neri americani come pericoli pubblici nonostante i proclami di Obama&co sull'uguaglianza e la pace sociale: perché quello che veramente spaventa, sopratutto in tempi di crisi come questi, è che chi sta in basso, quel 99% segmentato in mille diversità, si unisca e inizi a lottare contro l'1%.
Ma in questi giorni anche a Milano, le politiche del razzismo istituzionale, continuano a colpire, in maniera sottile, sotto la patina dell'accoglienza: riapre il CIE di Corelli, per ora sotto forma di CARA. I flussi di migranti e rifugiati che negli ultimi due anni attraversano la città sono infatti poco compatibili con la facciata lustra che la Milano Vetrina vuole presentare ad Expo: ed ecco che Comune e Governo si accordano sul Centro per Rifugiati e Richiedenti Asilo. Una permanenza temporanea. Un parcheggio. Una prigione a bassa intensità che non risolve i problemi delle migliaia di persone che attraversano le nostre metropoli, alla ricerca di una vita migliore, più degna, scappando da povertà, guerre, discriminazioni, ma risolve benissimo i problemi di ordine pubblico delle amministrazioni e normalizza "l'emergenza". Sì, ma quale "emergenza"? Secondo il dizionario, si definisce infatti tale una "circostanza imprevista, che richiede un intervento immediato". Ora, che l'intervento sia necessario è sotto gli occhi di tutti, che si tratti di qualcosa di imprevisto o imprevedibile è invece quanto meno opinabile: le scelte politiche ed economiche portate avanti dall'Europa e dagli Stati Uniti negli ultimi decenni, nonché dalle grandi società multinazionali e dalle banche, hanno fomentato guerre a tutte le longitudini del pianeta, espropriato interi territori delle proprie risorse, creato povertà, annientato qualsiasi modello di crescita sostenibile. E mentre da un lato gli interessi della finanza globale fagocitano le risorse di tutti, immettendole nel grande mercato globale, determinandone il valore proprio dal loro essere "migranti", dall'altro i governi costruiscono muri, materializzano confini, bloccano i corpi, donne, uomini, bambini, che cercano di superarli. Salvo poi piangere lacrime di coccodrillo davanti ai riflettori quando, nella logica dei respingimenti dell'Europa Fortezza, un barcone si ribalta, ammazzando decine di persone nel Mediterraneo, e fomentando la retorica dell'emergenza ed insieme ad essa la paura.
Perché basta pensarci per pochi secondi per capire che "l'emergenza migranti" o "rifugiati" non è tale: è endemica a un sistema globale basato sullo sfruttamento delle risorse, dei territori e delle vite, e funzionale a chi acquista manovalanza clandestina sfruttabile e a basso prezzo, o a chi costruisce il business dell'accoglienza. Miliardi di euro che invece di essere destinati alle persone, a diritti quali casa, reddito, istruzione (come tra l'altro stabilito dall'UE che dà buona parte dei fondi) ingrossano i bilanci di cooperative amiche, spesso inserite in maxi consorzi con i più svariati interessi. Come a Milano, dove a gestire il CARA di Corelli sarà GEPSA, società francese del gruppo GdF-Suez, una delle più grandi multinazionali dell'energia del mondo, con un bel po' di interessi strategici proprio nelle zone più martoriate dalle guerre e dalle devastazioni ambientali e sociali, a partire da Libia e Siria.
I CARA diventano così la facciata dietro la quale governi e istituzioni possono nascondere la propria incapacità di garantire diritti, parcheggiando quei corpi scomodi perché non diano fastidio a chi fa shopping nelle vie del centro, e su cui le cooperative possono magiare, mentre i migranti vengono lasciati con le briciole, pochi centesimi al giorno, senza la possibilità concreta di costruirsi una vita e un futuro degno, costretti a vivere in un sistema semi-carcerario (d'altronde non a caso Gepsa si sponsorizza come "società leader nella gestione delle carceri") dopo il quale non ci sono possibilità reali.

A sei anni dall'omicidio di Abba pensiamo che Milano non possa tollerare di veder riaprire un centro che, fin da quando è stato creato, ha significato solo un'assenza di diritti, la privazione di ogni forma di dignità per chi vi era rinchiuso, non importa quanto oggi questo possa essere nascosto sotto gli slogan dell'accoglienza. Pensiamo Milano come a una città meticcia, capace di attivare risposte dal basso di solidarietà e riappropriazione di diritti. Ricordiamo bene quel corteo "bastardo" che nel 2008 attraversò il centro di Milano, smascherando le logiche di paura e guerra tra poveri che proprio nella retorica dell'emergenza e dell'invasione trovavano fondamento.
Per questo invitiamo tutte e tutti, ai primi di settembre, per un'assemblea pubblica che dia una risposta alla riapertura di Corelli e che smascheri la "pulizia" della città in vista di Expo, e che riaffermi la dimensione meticcia, antirazzista e resistente di una metropoli come Milano. Così come invitiamo tutte e tutti ad attraversare le iniziative in memoria di Abba, contro ogni rigurgito razzista e fascista.


see more @ cantiere.org


giovedì 26 giugno 2014

Abba Vive 2008 - 2014

Sabato 6 Settembre
Dalla mattina: VII edizione dell'Abba Cup. Un torneo di calcio che vede arrivare squadre da tutta Italia, per non dimenticare l'omicidio razzista di Abba e per fare dello Sport un'occasione per conoscersi e imparare a "giocare in squadra".
Di sera: Concerto per ABBA all'Arco della Pace. Decine di artisti in piazza contro il razzismo e per riprendersi le strade della città, una città viva e meticcia in cui condividere socialità sia un primo step per condividere lotte e risposte comuni ai bisogni.

14 Settembre
In via Zuretti, proiezione del film: Io sto con la sposa, una saga ironica e appassionante che denuncia l'ingiustizia delle frontiere europee che respingono i rifugiati. Un film che è anche un messaggio di libertà. In collaborazione con il Milano Film Festival.


Fine Settembre
Riapre la scuola di lingue "Abba - Abdoul Guibre".



lunedì 10 febbraio 2014

1 Marzo tutti in piazza! L'Europa è solidale e ribelle. #SollevazioneMeticcia


Ma quale fortezza, ma quale austerità: l'Europa è solidale e ribelle. #SollevazioneMeticciaNegli ultimi 20 anni in Italia e in Europa una casta corrotta e autoritaria, fedele ai dettami del neoliberismo come quello che prevede la libera mobilità per le merci e le barriere per le persone ha costruito, mattone per mattone, muri invalicabili all'esterno ed all'interno dell'Europa, svuotando di significato gli stessi sbandierati principi democratici della convivenza civile e poltica. La legge Turco-Napolitano, la Bossi-Fini, il pacchetto sicurezza promosso dalla Lega hanno fornito la copertura giuridica alla chiusura dei confini, alla demonizzazione del processo migratorio ed alla criminalizzazione del migrante. La diffidenza diffusa verso il 'diverso' creata ad arte attraverso la deliberata distorsione della realtà e della cronaca hanno condannato il migrante al ruolo di capro espiatorio di tutte le storture e problematiche della nostra società, a partire dalla violenza sulle donne e dall'incremento della delinquenza comune. [continua...]

--- CALENDARIO DELLE INIZIATIVE DI AVVICINAMENTO ---
7 Febbraio ore 15.30 in Festa del Perdono | ore 18.30 @Cantiere - Da Amburgo a Milano - Incontro con i compagni di Rote Flora
12 Febbraio ore 18.30 @Sms - Dibattito: Contro l'europa dei servi contenti.
21 Febbraio ore 18.30 @Cantiere - Incontro: con i greci del movimento "Io non pago"! #stopdistacchi una campagna sul reddito e i beni comuni, contro privatizzazioni e precarietà.27 Febbraio ore 18.30 @Cantiere Assemblea Pubblica verso il corteo!
--- VOLANTINI E LOCANDINE DA DIFFONDERE E CONDIVIDERE! ---
1marzo europadellelotte

Di seguito vedi alcuni i link esterni

>> Chiudere i CIE, sabotare il razzismo. Non c'è futuro senza memoria
Il Centro di Identificazione ed Espulsione di via Corelli a Milano ha chiuso e non deve riaprire mai piu'. I CIE sono nuovi lager in cui sono rinchiuse persone che non hanno commesso reati, ma sono considerate clandestine solo per il fatto di essere nate in un luogo diverso da quello in cui vivono. 
Leggi lo speciale contro i CIE prodotto in occasione della giornata della memoria
>> Forza contro forza: la lotta di classe nella valle della logistica
I CIE servono a spaventare e costringere migliaia di persone in una situazione (chiamata appunto clandestinita') che li spinga ad accettare qualunque condizione di lavoro. E' anche per questo che negli ultimi anni molti diritti sono stati cancellati, prima per i migranti e poi per tutti gli altri. Raccontano che i migranti "rubano il lavoro", ma sono in realta' i potenti che hanno bisogno di persone ricattabili e disponibili ad accettare qualunque sfruttamento. Per fortuna non tutti abbassano la testa e molti si ribellano come stanno facendo i lavoratori della logistica in tutta Italia ed in particolare a Bologna, dove proprio in gennaio 2014 sono stati brutalmente caricati durante uno sciopero alla Granarolo.
Leggi un articolo sulle vicende di Bologna e della Granarolo.
Questo e' solo un esempio delle lotte sociali messe in campo da migranti e italiani assieme. Dentro la crisi l'unica vera possibilita' e' quella di lottare assieme, come fanno i movimenti sociali che si battono per il diritto alla casa.
Leggi informazioni a proposito della lotta per la casa in tutta Italia sul sito: www.abitarenellacrisi.org Oppure vedi la realta' milanese del Comitato Abitanti di San Siro.
>> Lega La Lega
Questa e' la strada. Una strada opposta a quella di chi soffia sul fuoco della "guerra tra poveri" e, per mantenere le diseguaglianze, spera nella nostra lotta fratricida. Ad esempio la Lega Nord, il partito del governatore della Lombardia Maroni, da un lato aumenta gli affitti delle case popolari, taglia i servizi e continua a divorare risorse pubbliche assieme ai suoi compari della casta dei palazzi e dall'altro soffia sul fuoco del razzismo.
Guarda la campagna Lega La Lega

Primo passo: il migrante è solito delinquere. Secondo passo: essere migrante è delinquere.
I grandi poteri dell'economia e della politica hanno costruito un clima di guerra tra poveri e caccia alle streghe nei confronti dei migranti e del diverso, accentuate negli ultimi tempi dalla crisi economica che, creata da banche e finanza, viene pagata da tutti noi, dal 99%.
La Lega, con Maroni e Salvini in testa, è stata tra le maggiori fomentatrici di questo clima che addita il migrante come colui che ruba il lavoro e la casa, mentre sappiamo bene che la sempre maggiore precarietà, i licenziamenti, gli esodati, gli sfratti e i pignoramenti sono responsabilità di chi gestisce le finanze e l'economia, e continua a fare leggi che tutelano i grandi capitali. Istituiscono il reato di clandestinità e i CIE, che a nulla servono se non a costruire un clima generale di paura: negli "autoctoni" ma anche nei migranti sempre più ricattabili, costretti a lavorare sottopagati con la minaccia costante del licenziamento (che comporta la perdita del permesso di soggiorno) o dell'espulsione.
I muri della Lega e della Destra razzista sono muri di paura contro l'altro, che delimitano quello stesso controllo che il potere vorrebbe esercitare anche sugli autoctoni: zone rosse, città militarizzate, manifestazioni represse, problemi sociali risolti come questioni di mero ordine pubblico. E' un vangelo della repressione che vale per lo 'straniero' senza documenti come per chi resiste alla devastazione dei territorio, alla speculazione, alla gentrification, all'impoverimento, alla negazione dei diritti umani.
Nella protesta degli internati nei lager istituzionali, i famigerati CIE e CPT, noi leggiamo l'appello all'unione di tutte le lotte.
La lotta contro i lager di Stato, contro il business delle carceri senza garanzie gestite da cooperative corrotte.
La lotta la militarizzazione delle coste, delle frontiere, delle valli e dei territori metropolitani.
La lotta contro la corruzione, contro il patto tra le amministrazioni locali e la grande speculazione del mattone, che devasta il territorio, butta le famiglie (migranti e autoctone per strada), che favorisce deliberatamente il degrado dei quartieri popolari per legittimare la cessione ai privati di beni pubblici.
La lotta contro il revancismo nazionalista che vorrebbe tornare indietro, alla lira, alla 'patria', ad un'identità nazionale, che spiega tutto perché non dice nulla, incoraggia all'odio e alimenta la guerra tra poveri fomentata dai pubblici poteri.
La lotta contro le grandi opere inutili, dalla Tav, al MUOS, ai CIE, che sperperano i nostri soldi per distribuirli agli amici del potere e mantenere DIVISI quelli che il primo marzo marceranno UNITI.
La lotta per difendere una SOCIETA' NUOVA, che dalla crisi creata dalle banche, dai grandi della produzione, dagli speculatori, uscirà da sola, una società che ripudia il razzismo, che non vuole integrare nessuno perchè si alimenta del contributo di tutti, che parla una sua lingua, che autodetermina i corpi con gesti propri, attraverso una socialità autentica, non mercificata: "METICCIO E' LUI, METICCIO SEI TU, METICCIO SONO ANCH'IO!"
Il nostro lavoro, la nostra dignità il potere ce l'ha tolta, non il migrante. Il nostro futuro non e' nella patria che esclude, nei colori neri dei fasci, nel tricolore dello Stato complice. Il nostro territorio, non l'ha devastato il migrante, ma ventanni di scempio edilizio, il banchetto delle mafie Expo.
Siamo precari nella crisi, siamo antirazzisti nel clima d'odio che copre i veri colpevoli, siamo resistenti in una metropoli meticcia.
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